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a chi rivolgersi per scalare e smettere gli psicofarmaci?, Chiedo info su quali medici possono aiutare che vuole smettere gli psicofarmaci

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Pietro Bisanti
view post Posted on 11/8/2014, 11:22 by: Pietro Bisanti




RISPOSTA

Buongiorno sig. Alessio,
e grazie di aver deciso di condividere la sua esperienza.

Il primo passo è stato fatto, e cioè capire che tutto ciò che il suo psichiatra le ha detto sulle cosiddette "malattie mentali" e sugli psicofarmaci sono in realtà delle enormi balle.

Il secondo passo è stato fatto, e cioè capire quanto gli psicofarmaci siano semplicemente un veleno, un intruglio chimico che mai e poi mai potrà interagire con la complessità del cervello e dell'animo umani.

Trovare qualcuno in Italia che possa seguirla con amore, dedizione e competenza nello scalaggio degli psicofarmaci è una chimera, e quindi ognuno di noi, in questi casi, può e deve prendere la propria salute nelle proprie mani, come lei ha fatto e sta facendo.

Lo scalaggio degli psicofarmaci è un tema attuale, scottante, interpretabile, con una marea di diverse sfaccettature.

Bisogna tenere in considerazione quanti farmaci si prendono (e quanti se ne hanno presi), per quanto tempo, in che dose.

Ho personalmente visto e "seguito" (nel limite del mio essere un non-medico) persone che sono riuscite ad eliminare immediatamente e senza scalaggio farmaci forti come gli antipsicotici atipici, poiché li stavano assumendo da un breve periodo di tempo (e per breve intendo poche settimane).

Nel caso invece di prescrizioni multiple e/o assunzioni prolungate nel tempo, uno scalaggio lento e graduale si rende assolutamente necessario, anche se non è assolutamente una garanzia di non sofferenza.

Ho anche personalmente visto persone scalare senza troppe difficoltà psicofarmaci assunti da anni, per poi, a distanza di uno o due anni, ripiombare in stati depressivi o psicotici profondi.

Bisogna infatti capire quanto profondamente gli psicofarmaci riescano ad alterare la biochimica cerebrale, e tornare quindi ad uno stato di quiete è per il corpo uno sforzo immane.

Tutti i sintomi che arrivano durante lo scalaggio sono e rimangono quindi lo sforzo eliminativo che il corpo pone in essere per raggiungere nuovamente un equilibrio, detto "omeostasi".

Non è, come dicono gli psichiatri, il "riaffioramento della malattia".

Tutte balle, e anche cosmiche.

Quando per anni si desautora il corpo dal produrre da sé i neurotrasmettitori di cui ha bisogno, è assolutamente normale che prima di tornare a un equilibrio il corpo stesso debba riassestarsi, e lo fa attraverso le cosiddette crisi da dismissione.

L'arma vincente è quindi modificare profondamente le proprie abitudini alimentari, in modo da non appesantire il proprio corpo, già impegnato in questa delicata fase.

Quindi, senza perdermi troppo in parole, questo è quello che farei.

Se si prendono psicofarmaci da meno di due-tre mesi, eliminazione totale di tutto, senza scalaggio (si può provare con attenzione anche nel caso di prescrizioni multiple).

Sopportare con le unghie e con i denti le crisi eliminative, che saranno forti ma non così durature nel tempo.

Se si prendono psicofarmaci da molto tempo invece (molti mesi o anni), si può scalare in diversi modi.

Consiglio una riduzione graduale, dell'ordine del dieci per cento al mese, arrivando quindi ad eliminare il tutto nel periodo di dieci mesi circa.

Consiglio sempre di cominciare ad eliminare il farmaco "meno potente": quindi se si prendono un antidepressivo e un ansiolitico, si comincerà con quest'ultimo, considerati gli effetti anche calmanti che l'antidepressivo stesso ha.

Prepararsi a soffrire.

Molto spesso lo scalaggio va avanti tranquillamente, e si comincia ad accusare i sintomi da dismissione quando si abbandona l'ultima piccola dose, oppure a distanza di mesi dopo aver definitivamente eliminato tutto.

Il corpo è una variabile diversa in ognuno di noi.

Porre molta attenzione ai pensieri suicidiari e/od omicidiari che possono sorgere durante lo scalaggio, soprattutto degli antidepressivi SSRI-SNRI.

È indispensabile il supporto del proprio nucleo familiare o di una o più persone fidate. Sconsiglio sempre, sempre e sempre di rimanere da soli durante questa delicatissima situazione.

Questi pensieri possono arrivare all'improvviso, e bastano cinque minuti per impiccarsi.

Quindi, mai lasciare da solo un vostro caro quando sta scalando, a costo di doverlo sorvegliare 24 ore su 24.

Attenzione particolare anche ai periodi di troppa calma: mi fa meno paura una persona che soffre la dismissione, piuttosto che una che dice di sentirsi fin troppo tranquilla. I suicidi da antidepressivi avvengono infatti più spesso che non nei periodi di maggiore, finta tranquillità.

Evitate il pronto soccorso come la peste in caso di crisi: qualunque medico vi rimprovererà, dicendo che avete bisogno dei farmaci a vita, come l'insulina. La crisi passerà. Passa sempre. Piuttosto chiudetevi in bagno, ma non permettete a nessuno di imbottirvi nuovamente e rovinare l'enorme lavoro che il vostro corpo stava facendo.

Ora. Che cosa si mangia?

L'alimentazione è il fulcro fondamentale per prevenire, lenire, e spazzare i disturbi mentali che affliggono il nostro secolo.

Non ho dubbio alcuno riguardo al fatto che l'uomo, così per come è fatto, sia una scimmia, e come tale la sua alimentazione debba essere fondamentalmente fruttariana.

Ma non mi sono mai considerato un estremista.

Moltissime persone riescono a vivere felicemente mangiando solo frutta e verdura crude (e così noi tutti dovremmo mangiare).

Ma l'imprinting avuto fin da bambini e il contesto in cui viviamo possono portarci verso dei piccoli compromessi, assolutamente tollerabili.

Vediamo, ancora una volta, i peggiori nemici della nostra psiche:
-Carne, pesce e proteine animali: causano putrefazione al livello del colon, che è il nostro secondo cervello e il luogo dove si producono i neurotrasmettitori celebrali. Intestino in putrefazione=depressione.
-Zuccheri raffinati: in primis il famigerato saccarosio (zucchero bianco) da tavola: favorisce picchi glicemici che possono portare falsa euforia e conseguente stato depressivo; sballa la produzione di testosterone nell'uomo e interferisce con la normale produzione ormonale; sottrae preziose sostanze nutritive al corpo umano, in quanto è un alimento morto che necessita di enzimi per essere digerito.
Nessuno sconto a zucchero di canna grezzo e non in quanto si tratta sempre e comunque di alimenti raffinati, morti e sepolti.
Non pensate che sia innocuo solo perché lo vendono al supermercato: è una sostanza chimica che di naturale non ha nulla, potente, dannosa e catastrofica per chi ne è particolarmente suscettibile.
Bocciati senza riserve anche tutti gli edulcoranti, capeggiati dall'aspartame.
-Metalli pesanti: mercurio, alluminio. Il peggio del peggio. Occhio alle amalgame dentali, che causano una continua e incessante intossicazione all'organismo. Il mercurio è risaputo per creare stati mentali che possono arrivare alla schizofrenia.
-Bibite gassate: quando ingurgitate una lattina di coca cola non fate altro che bere, assieme ad essa, una quantità di saccarosio impressionante. Lo stesso vale per tutte le altre bibite in lattina.
-Glutine e caseina: i cereali non sono cibo per tutti. Non sono cibo nato per l'Uomo, bensì per i granivori. L'intolleranza al glutine è ormai considerata un'epidemia su scala mondiale, mentre in realtà è la diretta conseguenza della normale reazione del corpo umano all'introduzione di una proteina a esso incompatibile e sconosciuta.
Sono associati al glutine diversi stati mentali: dalla depressione agli stati immotivati di rabbia, fino alla psicosi.
La caseina, veleno pari alle proteine animali, ha in più il difetto di essere un grande allergene e di incollarsi ai villi intestinali e di non permettere quindi la normale assimilazione dei cibi.
La rimozione del glutine e della caseina in bambini con autismo sta dando risultati impressionanti.
-Vaccinazione: i vaccini sono forse il peggior insulto che può essere fatto a un essere umano. Metalli pesanti, DNA umani e animali. Un insieme di porcherie di cui non vale nemmeno la pena ribadire la tossicità.
-Farmaci: moltissimi farmaci agiscono sui recettori nervosi pur non essendo definiti "psicofarmaci": dagli antistaminici alla pillola per la pressione; dal farmaco contro la tosse a quello per il mal di testa.
-Denti devitalizzati: un dente devitalizzato è un'appendice morta tenuta attaccata al corpo con la forza. È come se volessero tenervi attaccato un dito putrefatto. La proliferazione incontrollata di tipo batterico, dovuta al marciume presente in una zona così delicata come quella del viso-cranio, può drenare le capacità di reazione del sistema immunitario portando stati depressivi anche gravi.
-caffè, sigarette, alcolici, sostanze stupefacenti.


Bisogna però stare attenti.

Scalare un farmaco già di per sé scatena una crisi eliminativa. Se a questo associamo un ulteriore, drastico cambiamento allo stile di vita alimentare, possiamo rischiare di innescare un meccanismo disintossicativo a volte insostenibile per chi lo deve affrontare.

Io stesso, nel passaggio da un'alimentazione onnivora a una vegana quasi crudista, sono stato vittima di una crisi eliminativa terrificante. Leggete qui.

Quindi, diventa necessario usare la testa al 100%.

La prima cosa da fare è quindi eliminare tutto quello che è innaturale: caffè, sigarette, alcolici, zuccheri artificiali, cibi conservanti, coloranti, additivi alimentari (e questo va fatto instantaneamente).

Secondo passo (e anche questo può essere fatto istantaneamente) è bandire ora e per sempre glutine e latticini, le due proteine più pericolose per la propria salute mentale.

Terzo passo è la riduzione delle proteine animali (per poi eliminarle, ma questo dipende da decisioni personali).

Aumentare quindi esponenzialmente la quantità di frutta, che andrà assunta, rigorosamente, lontano dai pasti, con spremute al risveglio.

Si possono assumere, senza esagerare, cereali senza glutine e legumi (per poi eliminarli completamente, se vedrete che non vi faranno stare bene nemmeno a piccole dosi dopo lo scalaggio).

Durante i pasti principali, cominciare con tantissima verdura cruda, per poi passare a un secondo piatto di verdura cotta, tuberi amidacei come la zucca o le patate, oppure cereali senza glutine o legumi.

Toglietevi dalla testa di passare a un crudismo al 100% durante lo scalaggio dei farmaci.

Se uno ci vuole arrivare, ci arriverà di sicuro, ma bisogna stare molto attenti a non scatenare crisi eliminative non sopportabili.

Osservarsi, ascoltarsi e comprendere i segnali che ci manda il nostro corpo: questo è l'unico percorso, ribadendo che medico non sono e ben me ne guardo dall'esserlo, per riappropriarsi del proprio cervello e della propria salute.

Basilare, ci tengo a dirlo, è mantenere una quantità di grassi (anche vegetali) che stia intorno al 10% del totale delle calorie assunte. Pochissimo olio quindi, anche spremuto a freddo.

Questo per un semplice motivo: ogni alimento che ingeriamo viene trasformato in glucosio.

Il nostro carburante, per arrivare alle cellule, ha bisogno dell'insulina, che a sua volta, non può esplicare la propria funzione in un sangue grasso.

Questo comporta sbalzi glicemici e mancanza di nutrimento alle cellule, proprio nel momento in cui ne hanno bisogno di più.

Tutto ciò che vi dico è semplicemente il risultato, condensato, di 14 anni di ricerca indipendente nel mondo dell'alimentazione della salute, soprattutto quella mentale.

Chiunque avesse bisogno, non esiti a contattarmi.

Forza e coraggio Alessio. Ne uscirà alla grande.

NOTA BENE:

Tre anni ininterrotti di impegno e sacrifici hanno portato questo blog a diventare un piccolo faro nella notte per quanto riguarda l'igienismo naturale e l'alimentazione vegana in relazione a tutto quello che concerne il mondo della salute mentale.

Siamo partiti da zero e in tutto questo tempo tante persone hanno finalmente capito come esista un'alternativa ad imbottirsi di sostanze chimiche non meglio identificate, che uccidono il corpo e addormentano l'anima.

Gli psicofarmaci sono e rimangono pillole assassine.

Il libro è finalmente pronto. "ASSASSINI IN PILLOLE: la psichiatria moderna vista con gli occhi di un carabiniere".

Cosa leggerete? Leggerete tutto quello che nessuno psichiatra vi dirà mai.

Cosa sono veramente gli psicofarmaci, la facilità con cui vengono prescritti, il fallimento totale della psichiatria moderna.

E ancora...il lato oscuro degli psicofarmaci, che trasformano persone comuni in stupratori, assassini di se stesse e degli altri.

E ancora...le alternative "non violente", legate allo stile di vita e alimentare, per arrivare a risolvere un problema e non a mascherarlo.

E ancora...lo stretto legame tra ciò che mangiamo e come ci sentiamo, anche a livello mentale.

Tutto questo visto da un operatore di polizia, che da 20 anni osserva con i propri occhi lo sfacelo che la psichiatria moderna ha portato e tuttora porta nella vita delle persone.

Senza dimenticare la dismissione dai farmaci, per molte persone l'inferno sceso in terra, e la psichiatria negli anziani. C'è tanto, tanto da leggere.

Questo blog continuerà la sua opera pienamente gratuita di supporto a tutti quelli che ne avranno bisogno.

Acquistare il libro deve quindi essere una scelta personale e consapevole, sapendo però che ogni copia venduta significherà aiutare questo piccolo uomo in quest'opera informativa senza precedenti.

E chiunque assuma psicofarmaci, attraverso la sua lettura potrà finalmente capire che esiste una via alternativa alla lobotomizzazione perenne.

Il libro uscirà in due versioni: Ebook (al prezzo di 8 Euro) e cartacea (al prezzo di 16 Euro).

Nessuna casa editrice. Tutto in self-publishing.

Chiunque sia interessato, può scrivere a [email protected] e vi verranno fornite le coordinate bancarie per il pagamento.

La data finale di uscita è il 30 giugno 2014: chi ha scelto la versione cartacea, la riceverà all'indirizzo evidenziato; chi ha scelto quella su ebook, riceverà link e autorizzazione al download.

Ringrazio tutte le persone che continuano a scrivermi e a starmi vicino.

Questo è solo l'inizio e vi prego di divulgare il più possibile.

Con l'aiuto di tutti so che arriveremo molto, molto lontano.

Grazie di cuore

Pietro Bisanti


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